Cantine aperte 2013 - Re Manfredi, una cantina nell'antica Terra dei Re
Venosa 26 Maggio 2013
Dal 1993, l’ultima domenica di maggio, le cantine
socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico,
favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino.
Protagonisti di Cantine Aperte sono giovani,
comitive e coppie, che contribuiscono ad animare le innumerevoli iniziative di
cultura gastronomica ed artistica che fioriscono attorno all’evento in tutto il
Paese, su iniziativa degli stessi vignaioli.
Domenica 26 maggio 2013 nell’antica città di Venosa
celebre per aver dato i Natali al poeta latino Orazio, decine di enoturisti si
sono dati appuntamento per visitare la cantina Terra degli Svevi una cantina
giovane di recente costituzione che nasce nel 1998 quando Giv (Gruppo italiano vini) azienda leader in Italia per la
commercializzazione di vino di qualità, la rileva da una nobile famiglia che
possedeva terreni e immobili a Venosa.
La cantina conta una superficie vitata di 120
ettari di cui 80 coltivati ad Aglianico, il possente vitigno re del Vulture,
diversificati per impianto ed età delle viti, la restante superficie invece è
coltivata a Traminer aromatico e Müller-Thurgau, frutto di un esperimento
davvero ben riuscito grazie alle forti escursioni termiche giornaliere che
arricchiscono le uve di aromi primari e al terreno vulcanico che dona
un’incredibile mineralità al vino.
La cantina è davvero ben organizzata per l’evento,
ha previsto infatti una braciata di carne locale, i famosi pezzenti (le
salsicce di polmone) per gli avventori più affamati e un piccolo mercatino di
prodotti locali.
A guidare le degustazioni di vino vi era l’enologo
aziendale e gli amici dell’A.I.S. Basilicata che con grande maestria hanno
saputo indirizzare anche le persone meno esperte nell’apprezzare al meglio le
caratteristiche di ogni vino proposto. In vetrina vi erano tutti i prodotti
azienadali ad inziare dal bianco e a finire col cru di aglianico
pluripremiato.Tutti i vini mi hanno sorpreso per il grande rigore tecnico con
cui vengono prodotti e da conoscenze enologiche all’avanguardia.
Il bianco un blend di Traminer aromatico al 30% e
Müller-Thurgau al 70 %, restituisce pienamente le potenzialità di questi due
vitigni, d’impatto subito i sentori aromatici del traminer: rosa, salvia,
rosmarino e dopo sul finale il corpo del Müller-Thurgau, un bianco sorprendente
che non ha nulla da invidiare ai suoi cugini altoatesini, patria d’elezione del
gewurtztraminer, se non per un’acidità un po’ più bassa che li rendono meno
bevibili degli alter ego!
Andando
avanti ci è stato presentato un rosato d’Aglianico, il cosiddetto vino di una
notte, perché la macerazione delle bucce da cui si estraggono le sostanze
coloranti avviene durante l’arco di una sola notte per evitare l’estrazione di
sostanze indesiderate quali i tannini, è vinificato con la tecnica del “salasso” che consiste semplicemente
nella separazione di una percentuale di mosto che viene separatamente
concentrato e poi aggiunto alla rimanente parte, questa tecnica cede al vino un
contenuto zuccherino maggiore che si trasforma in alcool e lo rende ancora più
morbido, concedendogli un aroma più intenso e complesso.
L’Aglianico “taglio
del tralcio”, un rosso diverso dai soliti aglianici, più morbido e
alcolico, grazie al parziale appassimento delle uve su pianta, dovuta al taglio
del tralcio a frutto che lo arricchisce di zuccheri e di aromi, ancora il Manfredi Rosso 2009, un aglianico in
purezza vinificato in acciaio e invecchiato per 12-18 mesi in barriques di
secondo e terzo passaggio.
Infine la punta di diamante della produzione, il
cru “Serpara”, un aglianico del
Vulture Doc riserva 2007, vinificato in purezza da uve provenienti da un
piccolo appezzamento di 6 ettari nel comune di Maschito vicino Venosa. Un vino
che mi ha emozionato e fatto capire pienamente le potenzialità dell’Aglianico
Del Vulture, rosso rubino tendente al granato, consistente, in bocca caldo,
morbido, pieno, tannini ben addomesticati grazie all’uso sapiente di barriques
di primo e secondo passaggio dove vi sosta 18-24 mesi per levigare l’irruenta
presenza di questi ultimi che danno al vino quello sgradevole gusto amaro e
quel senso di astringenza, un vino caratterizzato da un abuona acidità fissa
che ti invoglia ad un nuovo assaggio, e da una buona sapidità, insomma un vino
pluripremiato e un baluardo dell’Aglianico del Vulture nel mondo, da veri
intenditori!
Che dire di più fantastica giornata, fantastica
azienda, ottimo vino!
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